È notizia recente il disservizio che, alla fine di gennaio e per diversi giorni, ha impedito a milioni di utenti di accedere alle proprie caselle mail a firma Libero e Virgilio.
Una criticità risolta ma che ha consentito agli hacker di elaborare varie frodi informatiche per rubare una gran quantità di informazioni riservate e credenziali di accesso, indirizzando gli utenti verso false pagine web di Libero.it e Virgilio.it.
Il termine nasce dalla fusione delle parole “SMS” e “Phishing” e serve a indicare una frode telematica che parte da un primo contatto tramite messaggi di testo “vecchio stile”.
Una nuova truffa che non ha nulla a che vedere con operazioni di conferma della propria casella mail: seguendo le istruzioni contenute nei messaggi ingannevoli, si consegnano le proprie credenziali di accesso che potranno essere poi rivendicate dagli hacker, rivendute illegalmente nel Dark Web o utilizzate per predisporre ulteriori attacchi.
Nell’ultimo mese c’è stata, inoltre, una forte diffusione online di numerosi archivi di e-mail e password, a dimostrazione di come i malintenzionati sfruttino ogni evento che possa destare preoccupazione nel pubblico per portare a segno frodi ai danni degli utenti meno informati.
Una serie di segnalazioni che hanno consentito di analizzare un’altra campagna malevola il cui obiettivo è proprio quello di creare e integrare delle “combolist”: corpose liste di credenziali di accesso che poi verranno distribuite in rete per consentire di mettere in atto nuovi attacchi.
In questo caso, il messaggio arriva sotto forma di email: si tratta, quindi, di un più tradizionale attacco di phishing che parte da un’esca, sfruttando l’urgenza della situazione e giocando sul senso di sorpresa e sul tema del disservizio per indurre la vittima a eseguire alcune operazioni relative a un presunto aggiornamento delle credenziali.
Per questo motivo è importante tener presente che qualsiasi cambiamento o richiesta di aggiornamento da parte della Società verrà sempre comunicata all’interno della propria area riservata. Se si ha un qualunque dubbio, è opportuno andare a controllare manualmente sul proprio pannello di controllo dell’account, senza dar seguito ad alcun link presente all’interno della comunicazione ricevuta.
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